09/01/2010

I'm not dead just floating

Ricordi adolescenziali.
Quando per essere diverso diventi pessimista, e forse un po' lo sei comunque, ma poi inizia a infilarsi nelle tue vene e diventa parte di te e non te ne liberi più.
Difficile liberarsene.
Ti fissi, credi che esistano solo delle cose che non potrai mai avere che ti possono rendere felice.
Raggiungi i tuoi obiettivi e ti lasci andare, credi di avere tutto in pugno perchè avevi ragione tu, solo quelle cose potevano darti quel benessere agognato.
Progetti la tua vita in funzione di ciò vai troppo avanti rispetto all'orizzonte che hai davanti tiri la corda, si rompe e cadi.
Così via più e più volte.
E poi torni indietro e ricominci a pensare che nulla può renderti felice del tutto e allora ti prendi quei pochi piaceri che puoi concederti, il più possibile bramandoli forse un po' troppo e rendendoti ridicolo senza provare nulla, neanche un minimo di emozione.
Vuoto.
Provi a ricominciare ma quando sembra che tutto vada bene ti rendi conto che tutto ti è entrato talmente tanto nelle ossa che non puoi farci più nulla e attendi insonne la decisione che avresti dovuto aspettarti da mesi, conscia che comunque certi difetti sarebbero comunque difficili da cancellare.
Attendo, mi preparo al peggio.Perchè esistono solo risvolti negativi delle situazioni, come quando a 13 anni pensavi che può solo che andare tutto male..Arrivi a convincerti anche che forse poi alla fine è la soluzione migliore per tutti, quella negativa...
Ma quali sono le cose positive a cui ambire?

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